Il silenzio del paesaggio e la traccia dell’umano
Abstract
Il contributo propone di ripensare il paesaggio come spazio che ospita tracce dell’essere umano, quindi testimonianza di una relazione con quest’ultimo. Nella prima parte viene sviluppata una riflessione sul silenzio concepito tanto come “svuotamento”, ascolto all’interno di uno spazio che è un vuoto interiore capace di accogliere, quanto come “attenzione” e cura verso la riscoperta di un orizzonte di senso che ci consente di riconoscerci nell’umanità, definibile al contempo come memoria del passato, vita del presente e speranza per un futuro rinnovato. Tale riflessione richiama la concezione weiliana del silenzio divino quale luogo di rivelazione della assenza-presenza che l’essere umano può cogliere attraverso un’attenta attesa finalizzata
a lasciar emergere la bellezza del reale, aprendo in tal modo a una rilettura del paesaggio naturale e al ruolo “sovversivo” della “rifigurazione” operata dall’arte, sviluppate nella seconda parte.
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